Cos’è Il Personal Branding, Come Si Fa E A Chi Può Servire? [GUIDA 2022]

Scopri cos’è il personal branding, come si fa e l’applicazione delle sue strategie. Apprendi perché farlo e a chi può servire.

Cos’è il personal branding?

Il personal branding, conosciuto anche come self-branding, si riferisce alla strategia di costruire un marchio attorno ad un’immagine personale.

In termini più generici, quindi, questo concetto viene incluso tra le tecniche di brand reputation.

Per definire meglio il significato di personal branding, è opportuno partire dall’obiettivo di questa strategia: imprimere nella mente dei consumatori l’immagine del brand

Come si legge nella ricerca pubblicata dall’American Marketing Association, il personal branding è:

“La pratica di commercializzare se stessi, le esperienze, la carriera e quant’altro renda una persona unica come marchio. Un marchio personale è costruito attraverso la propria immagine, impatto e impressione su un pubblico o un seguito.”

Allo stesso modo, il personal branding può essere messo in atto anche da un’azienda dal momento in cui utilizza i suoi impiegati, o il CEO per veicolare un’immagine positiva.

Secondo l’indagine condotta da Social Media Today, un contenuto condiviso dai dipendenti riceve un engagement 8 volte superiore rispetto a un contenuto condiviso sui canali aziendali.

Cos_è il personal branding 
Andrea Baggio

Nel momento in cui l’immagine che si cerca di veicolare sul mercato coincide con quella che i consumatori hanno del brand, allora è possibile sostenere che il personal branding ha avuto successo.

Personal branding online

Non è l’unico, ma il web è di certo quell’ambito dove maggiormente è possibile mettere in atto una strategia di personal branding.

Questo perché oltre al sito web, che comunque deve essere rappresentativo, è possibile sfruttare anche l’enorme potenzialità dei social network. 

Fare personal branding online significa avere il controllo di tutto ciò che viene pubblicato sul web.

Questo implica un lavoro su un duplice piano:

Bisogna fare i conti con il fatto che le reti sociali sono ciò che più contribuisce alla costruzione dell’immagine online che poi influisce su quella offline.

Pertanto, proprio sull’immagine bisogna agire con attenzione, scegliendo colori, logo e uno stile grafico accattivanti e rappresentativi.

Ognuno di questi ambiti deve soddisfare dei precisi requisiti.

Ad esempio, una buona foto deve essere ad alta risoluzione, con il viso in primo piano, ma anche senza troppi filtri. 

L’obiettivo è sempre lo stesso: apparire affidabili in modo tale che le persone scelgano quel brand piuttosto che un altro.

A proposito di ciò, lavora sulla gestione reputazione su Wikipedia: l’enciclopedia libera più famosa del web appare molto spesso nella prima pagina di Google.

Avere il controllo di quel risultato significa, quindi, essere ben visibile nelle ricerche degli utenti.

Quali sono i tipi di personal branding?

Quando si parla di personal branding, si fa riferimento a una serie di strategie destinate alla promozione della propria figura, le proprie esperienze e competenze. 

Il personal branding viene sfruttato in numerosi settori, e ha molto in comune con il marketing personale, anche se definirlo solamente in questa maniera è riduttivo. 

Secondo la distinzione di  William Arruda, esperto mondiale sul tema, nel suo libro Personal branding per il manager, spiega come i vari tipi di personal branding corrispondono a diversi tipi di personalità:

“L’aggiustatutto: il guru a cui rivolgersi per migliorare qualsiasi cosa;

Il semplificatore: cintura nera di “per farla breve”;

L’innovatore: un generatore di “idee grandiose e audaci”;

Il ragazzo prodigio: il giovane talento che lavora a razzo;

La roccia: il capitano che conduce la nave in porto nella tempesta al grido di “ce la faremo”;

L’organizzatore: il project manager dei nostri sogni;

Il mediatore: il membro del team grazie al quale nessuno se ne va sbattendo la porta;

Il negoziatore: freddo come un iceberg, porta a casa risultati che fanno tutti contenti;

L’uomo network: conosce sempre qualcuno che dovresti conoscere;

Il venditore nato: non gli è mai capitato un appuntamento sbagliato:

Il guru: l’oracolo sempre disposto a condividere la propria saggezza;

Il giocoliere: non gli è mai caduto un birillo per terra. Mai!”

Considerando ciò, è evidente che una strategia di personal branding ben costruita punta sulle caratteristiche del singolo.

Pertanto, oltre a dei consigli generici da tenere a mente, gli altri vanno calibrati sulle specifiche del brand.

Come si fa personal branding?

Per fare personal branding è innanzitutto necessario avere chiaro quali siano i punti di forza e di debolezza del tuo brand.

A questo scopo è utile eseguire una cosiddetta analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) che è alla base del risk management.

La definizione che ne dà Glossario marketing è:

“Una tecnica di valutazione delle strategie aziendali che, combinando l’analisi delle caratteristiche dell’ambiente sia esterno che interno all’azienda, aiuta la direzione aziendale a sviluppare specifici obiettivi e piani d’azione e a verificare la coerenza tra obiettivi strategici e azioni poste in essere nella gestione operativa.”

Il discorso vale tanto per le aziende quanto per le singole persone.

Per fare personal branding, infatti, bisogna porsi degli obiettivi, ovvero dei traguardi che possano essere raggiunti in un arco di tempo prestabilito.

Allo stesso modo, è importante avere una vision e una mission chiare e che si possano facilmente trasmettere al pubblico.

Pertanto, un’attenzione maniacale dovrà essere mostrata verso la comunicazione.

Qui, con il termine comunicazione si intende qualsiasi aspetto del tuo brand attraverso il quale si costruisce la tua immagine.

Tutto ciò che comunichi all’esterno con i contenuti multimediali, ma anche tutto ciò che gli altri dicono di te: devi avere il controllo su entrambe le direzioni dello storytelling.

In poche parole, devi agire sia in attacco che in difesa.

In attacco perché devi sfruttare tutte le tue potenzialitá per crearti uno spazio nel mercato; in difesa perché ti troverai a dover proteggere la tua reputazione nel tempo.

Come fare social personal branding

Nel mondo online i social network ormai rivestono un ruolo imprescindibile.

Devi imparare ad utilizzarli per costruire la tua reputazione e per raggiungere un bacino di utenti quanto più ampio possibile.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, vale la pena osservare i dati riportati da Statista sul numero di utenti mondiali per ogni social network.

Come fare social personal branding Andrea Baggio

Il social più utilizzato si conferma Facebook, con 2,901 milioni di utenti, seguito da Youtube e Whatsapp, che rimangono intorno ai 2 milioni.

Tieni in considerazione questi numeri per capire su quali mezzi puntare per raggiungere i potenziali followers e stabilire contatti e collaborazioni con altri brand.

Il primo passo per definire una strategia in tal senso è quello di stabilire come intendi comunicare con il tuo pubblico:

  • Contenuti quali le testimonianze e i case study vengono giudicati di maggior interesse dagli utenti perché fanno leva sulla riprova sociale;
  • Tra i testi, il formato delle guide e dei tutorial, inoltre, riescono a raggiungere un engagement più alto;
  • Scegli sempre argomenti che abbiano a che fare con il tuo brand e che sono in grado di rafforzare la tua immagine agli occhi delle persone.

In ogni caso, considera che ogni social network ha un suo format: foto, video, contenuti testuali, podcast.

Pubblica i contenuti tenendo in considerazione tali differenze e crea una comunicazione uniforme che ti consenta di sfruttare al meglio le potenzialità di ogni piattaforma.

Nel vasto mondo dei social network, inoltre, considera anche il metaverso.

Questo nuovo ecosistema digitale, infatti, è e sarà soprattutto in futuro un ulteriore mezzo di controllo per la tua reputazione.

Personal branding LinkedIn

LinkedIn con il passare del tempo sta crescendo moltissimo, e per questo motivo sta diventando un canale di comunicazione davvero interessante per fare personal branding

Come si legge sul sito della compagnia, LinkedIn conta 810 milioni di utenti distribuiti in oltre 200 paesi del mondo.

Personal branding LinkedIn 
Andrea Baggio

Riuscire ad avere un impatto positivo su questa piattaforma aiuta soprattutto in ambito lavorativo.

In linea di massima, questo social nasce con lo scopo di mettere in comunicazione aziende e lavoratori, come un moderno ufficio delle risorse umane globale.

Per costruire un personal branding efficace su questa piattaforma, segui i consigli che trovi di seguito:

  • Il primo passo per attuare una strategia di personal branding efficace è quello di ottimizzare il tuo profilo sulla base di 3 parole chiave, che siano in grado di identificare di cosa ti occupi nel dettaglio; 
  • Il secondo passo riguarda ovviamente la compilazione del profilo.

Si tratta di un dettaglio fondamentale a cui prestare attenzione, dal momento che Linkedin penalizza quegli utenti che compilano solo parzialmente il profilo; 

  • Scegli bene la foto del profilo, Linkedin, inoltre, è una piattaforma con una precisa finalità.

Immagina la foto come se dovessi metterla su un curriculum, che sia rappresentativa di te e della tua personalità, ma appropriata al luogo;

  • Costruisci la tua rete di contatti sulla base dei tuoi interessi personali e lavorativi.

In questo modo spingerai l’algoritmo a suggerirti altre persone con gli stessi obiettivi, o aziende che cercano dipendenti con i tuoi requisiti;

  • Condividi solo contenuti di valore, coinvolgenti e informativi.

È importante che ciò che compare sul tuo profilo mostri le tue passioni e i tuoi interessi, ma anche le tue competenze.

Considera LinkedIn come una vetrina personale, un’ulteriore tessera per comporre la tua reputazione digitale.

Quali sono le fasi per costruire il personal branding?

Le fasi da seguire per realizzare una solida strategia di personal branding sono sostanzialmente 4:

  • Posizionamento;
  • Un’idea originale;
  • Individuazione di un target di riferimento;
  • Content marketing.

Prima di procedere in qualunque senso devi avere chiara la situazione di partenza della tua reputazione online.

Quindi, effettua una ricerca di egosurfing sul web: digita il tuo nome e vedi quali sono i risultati che compaiono.

Tra tutte le informazioni che troverai, distingui quelle che rimandano a un sentiment negativo, positivo o neutro.

In questo modo saprai qual è la percezione che le persone hanno del brand.

A partire da tali informazioni, potrai tracciare le caratteristiche del tuo target.

Vedi su quale tipo di utenti i tuoi contenuti hanno un maggiore impatto, tenendo in considerazione:

  • Età;
  • Genere;
  • Interessi;
  • Occupazione;
  • Estrazione sociale;
  • Studi;
  • Geolocalizzazione.

Così potrai orientare i tuoi sforzi verso un buyer persona più coerente con il tuo prodotto.

In qualunque caso, scegli una comunicazione che suoni spontanea e ti faccia apparire autentico e comprensibile a tutti.

È di fondamentale importanza risultare coerenti agli occhi degli utenti, e per questo motivo su tutti i canali utilizzati dovrà essere proposta la stessa comunicazione declinata secondo le formule più adeguate per ogni social.

Strategie di personal branding

Una buon personal branding deve sempre tenere bene a mente l’obiettivo: migliorare la reputazione e ampliare il bacino di utenza.

Per farlo tieni in considerazione diverse strategie afferenti a diversi ambiti del marketing e dell’Online Reputation Management:

  • Comunica in maniera efficace quello che fai e come lo fai, quali sono i benefici che la tua figura può apportare e di conseguenza i motivi per cui dovresti essere scelto;
  • Scegli parole chiave che ti rappresentino e che siano collegate al tuo brand: a partire da quelle costruisci i tuoi contenuti, sfruttando al massimo i dati sulle ricerche Google degli utenti;
  • Elabora un piano editoriale per la pubblicazione dei tuoi contenuti: unisci le tue competenze agli eventi che caratterizzano l’attualità, per avere il massimo dell’engagement possibile;
  • Raccogli i contatti per creare un tuo network: crea una mailing list con la quale condividere un po’ delle tue competenze attraverso email di marketing.

Parallelamente, studia il neuromarketing, per capire quali sono tutte le tecniche che puoi utilizzare per spingere i consumatori a scegliere il tuo brand.

Personal branding e posizionamento

Il concetto di posizionamento è di fondamentale importanza nel marketing.

L’importanza di una forte identità digitale, in un mercato fortemente affollato, è vitale per qualsiasi brand

Il brand positioning, quindi, si riferisce al posizionamento del tuo marchio sul motore di ricerca.

Questo avviene attraverso l’applicazione di strategie SEO e SEM.

Secondo la definizione della Treccani, per SEO si intende:

“Attività finalizzate all’ottimizzazione di un sito web con l’obiettivo di migliorarne il posizionamento sulle pagine dei risultati dei motori di ricerca, quindi la visibilità. […] è costituita sia da attività onsite, in cui si interviene sui contenuti, sul codice HTML (Hypertext markup language), sulla struttura e sull’architettura dell’informazione del sito; sia da attività offsite, che hanno lo scopo di migliorare la link popularity del sito.”

Non a caso, come riporta Hubspot, il 61% degli specialisti in marketing afferma che migliorare il SEO e aumentare la presenza organica è una priorità dell’inbound marketing.

Personal branding e posizionamento Andrea Baggio

Alle attività di SEO, che sono di primaria importanza, si aggiungono quelle di SEM e SEA, che includono tutte le operazioni di marketing e advertising.

Tali attività richiedono l’ausilio di uno specialista: contatta Andrea Baggio, esperto di gestione della reputazione online con oltre 20 anni di esperienza nel settore.

Personal branding e strategie di content marketing

Fare personal branding attraverso il content marketing, vuol dire usare contenuti di qualità che siano capaci di trasmettere efficacemente la tua identità ai tuoi clienti potenziali. 

Questo concetto si lega con il precedente: attraverso un’adeguata strategia di content marketing, della scrittura di contenuti specifici per il tuo brand, il tuo marchio sarà in grado di posizionarsi nelle prime pagine del motore di ricerca.

Tale processo ti rende più visibile agli utenti e quindi più forte.

Considera una delle definizioni di personal branding che si leggono nell’articolo pubblicato su Frontiers:

“Il personal branding è un’attività incentrata sulla persona, focalizzata sulla gestione del modo in cui gli altri vedono l’individuo.”

Nel momento in cui un utente cerca su internet il nome di un prodotto o una determinata parola chiave, è importante che escano notizie associate a te.

Per questo devi avere pieno controllo dei contenuti pubblicati online muovendoti su un doppio binario:

  • Parti creando una sezione blog sul tuo sito web.

Lì pubblicherai con frequenza periodica articoli su temi di interesse.

Una pagina web rappresenta una sorta di stazione da dove partiranno i diversi treni della comunicazione, un hub contenente prodotti, servizi, contenuti, recensioni, testimonianze, link social ecc;

  • Sfrutta la potenza e le differenze di tutti i canali online.

I social network e i canali che prevedono contenuti audiovisivi ti permettono di raggiungere un pubblico più vasto e variegato.

Così facendo, aumenterai il bacino di possibili nuovi clienti.

Inoltre, considera che una strategia di content marketing richiede che tu sia costante nella pubblicazione di contenuti. 

Chi fa branding?

Il branding è un’attività che riguarda sia le aziende che le persone.

Non soltanto individui socialmente o politicamente esposti, ma chiunque può aver bisogno di conoscere le tecniche principali del branding.

Tuttavia, gestire in totale autonomia una strategia di personal branding potrebbe rivelarsi un’impresa titanica. 

Il rischio è quello di risultare approssimativi in alcuni punti, e quindi di vanificare tutto il lavoro fatto fino a quel momento. 

Quello del personal branding è un ambito davvero molto complesso, e che richiede tra l’altro un gran numero di competenze, alcune di queste altamente tecniche. 

La soluzione è quella di rivolgersi a un brand manager come Andrea Baggio.

Chi è il brand manager?

Il brand manager è colui che si occupa di sviluppare e implementare progetti di marketing finalizzati ad accrescere e migliorare la reputazione di un brand personale o aziendale.

In linea di massima, il brand manager è il responsabile del marchio a qualsiasi livello. 

Per questo motivo si interfaccia di continuo con la produzione di nuovi prodotti o servizi, con il settore comunicazione, vendite e marketing in merito alla definizione della strategia commerciale

In qualità di Brand Specialist, dunque, il brand manager copre anche  l’ambito della brand protection.

Che università fare per diventare brand manager?

Per diventare brand manager il percorso formativo preferenziale è certamente quello della laurea triennale conseguita in ambito economico

Le classi di laurea adeguate sono Scienze dell’economia e della gestione aziendale (L-18), oppure Scienze economiche (L-33). 

Oltre a queste, è possibile acquisire alcune competenze trasversali con Scienze della comunicazione (L-20).

Inoltre, è possibile seguire master specifici come quello offerto dallo IED, che ha come scopo quello di formare:

“Dei professionisti completi in grado di creare, sviluppare e gestire con consapevolezza un Brand attraverso tutti gli strumenti del marketing e della comunicazione.”

Personal branding esempi

Il web negli ultimi anni ha offerto numerosi esempi di personal branding efficace. 

Tra questi, uno dei più famosi è quello di Chiara Ferragni. 

L’imprenditrice digitale ha iniziato la sua carriera aprendo nel 2009 il blog The Blonde Salad

Qui parlava di viaggi e moda prima che nascesse il brand Chiara Ferragni e l’influencer entrasse nella lista di Forbes delle 30 personalità under 30 più influenti nella categoria “Art & Style”. 

Un altro esempio di personal branding efficace è quello di Marco Montemagno

La carriera inizia nel 2005, grazie a una serie di video caricati sulla piattaforma di YouTube e nel 2013 inizia a intervistare una serie di personaggi famosi. 

La sua presenza sui principali social è davvero costante, e al momento è riuscito a creare una community che conta più di 2 milioni di utenti.

A livello internazionale, invece, due nomi che hanno legato la propria fama a quella dei loro brand sono Elon Musk e Steve Jobs.

Perché fare personal branding?

Quanto detto finora non dovrebbe lasciare dubbi sul perché una strategia di personal branding sia utile per il tuo marchio:

  • Promuovi te stesso attraverso i tuoi punti di forza;
  • Guadagna l’attenzione e la fiducia dei tuoi futuri potenziali clienti;
  • Aumenta la visibilità dei tuoi prodotti e servizi;
  • Entra in contatto con influencer e competitor in una maniera costruttiva;
  • Raggiungi i tuoi obiettivi professionali concentrando gli sforzi e massimizzando i profitti.

Questo insieme di strategie, tanto complesse quanto efficaci, ti consente di differenziarti sul mercato e, di conseguenza, permette alle persone di affezionarsi sia alla tua figura che al messaggio che intendi lanciare. 

Tutto questo non potrà che aumentare la tua autorevolezza agli occhi delle persone.

L’obiettivo è sempre lo stesso: distinguersi dalla concorrenza per un reale valore aggiunto.

Conclusioni

Nel momento in cui avrai creato il tuo personal branding, i tuoi servizi o i tuoi prodotti occuperanno una posizione precisa all’interno della mente dei consumatori. 

Possiamo quindi trarre le seguenti conclusioni:

  • Il personal branding o self-branding, si riferisce alla strategia di costruire un marchio attorno ad un’immagine personale;
  • Fare personal branding online significa avere il controllo di ciò che viene pubblicato sul web;
  • Una solida strategia di personal branding conta di 4 momenti: posizionamento; avere un’idea originale; individuare un target di riferimento; content marketing;
  • Il 61% degli specialisti in marketing afferma che migliorare il SEO e aumentare la presenza organica è una priorità dell’inbound marketing;
  • Fare personal branding ti permette di distinguerti dalla conoscenza e acquisire un vero valore aggiunto.

Le strategie illustrate nell’articolo possono sembrare molto semplici e a volte lo sono.

In realtà, per costruire una strategia davvero efficace, devi rivolgerti a un brand manager esperto come Andrea Baggio, da oltre 20 anni imprenditore di successo nell’ambito della gestione della reputazione online.

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