Scopri cos’è e come funziona l’algoritmo di Google. Vedrai come si è evoluto fino all’ultimo aggiornamento.
Cos’è l’algoritmo di Google?
Gli esperti di Online Reputation Management sanno di dover adattare i propri contenuti alle regole di Google.
Questo significa che ogni link, per comparire nella prima pagina, deve soddisfare i requisiti dell’algoritmo di Google.
Il motore di ricerca, infatti, utilizza una combinazione di algoritmi e numerosi fattori di ranking per classificare le pagine web in base alla pertinenza dei risultati (SERP).
L’algoritmo di Google, quindi, è un sistema complesso utilizzato per analizzare e determinare la posizione di un sito web in risposta ad una query.
Considera che delle ricerche effettuate ogni giorno su Google, il 15% contiene domande mai fatte prima.
Si devono aggiungere tutte quelle informazioni create dai singoli utenti e che sono, per così dire, estemporanee, come le recensioni o le previsioni del tempo.
Comprendere il funzionamento dell’algoritmo ti permetterà di agire al meglio nella gestione della reputazione personale online.
A cosa serve l’algoritmo di Google?
L’algoritmo di Google serve per organizzare le informazioni che vengono immesse in rete e per presentarle in maniera adeguata, seguendo un ordine specifico.
Non tutte le modifiche all’algoritmo hanno lo stesso valore, perché non tutte agiscono sugli stessi aspetti del motore di ricerca.
Alcuni cambiamenti, per fortuna, non sono molto significativi.
Altri, invece, vanno ad agire sulla SEO, influenzando direttamente le strategie di brand protection.
La conseguenza è stata che, a causa di questi update più significativi, alcuni siti hanno subito perdite economiche.
Per tale ragione, negli ultimi anni, Google ha iniziato a comunicare l’uscita degli aggiornamenti e a fornire ai webmaster assistenza e informazioni utili per evitare situazioni spiacevoli.
Per un utente comune è difficile comprendere tutti i meccanismi che regolano il web; per questo dovresti sempre contattare uno specialista.
Andrea Baggio, CEO di ReputationUP ed Help Ransomware può aiutarti a gestire la tua immagine digitale attraverso precise campagne SEO.
Tuttavia, se vuoi migliorare il posizionamento di un contenuto, devi prestare attenzione ad alcuni fattori:
- Il sito deve avere una struttura ben definita e facilmente scansionabile;
- La velocità di caricamento del sito deve essere ottimale, le pagine devono caricarsi nel minor tempo possibile;
- I contenuti presenti nel sito devono essere di qualità e rispondere in modo esaustivo alle esigenze dell’utente; la scrittura deve rispondere ai criteri di chiarezza e coerenza;
- Le immagini devono essere coerenti con il testo; inoltre, devono avere un formato e un peso ottimale e un titolo identificativo;
- Anche la navigazione da dispositivi mobili deve essere efficace come quella dal desktop;
- Il livello di sicurezza e privacy del sito deve rispettare gli standard del web.
Qual è l’algoritmo di ricerca di Google?
Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo.
Con il 91.38%, domina il mercato, staccando di una moltitudine di punti percentuali il secondo, Bing, che raccoglie meno del 3% di ricerche.
Nel caso tu voglia controllare la tua reputazione online, per esempio, il primo passo da compiere è digitare nella barra di ricerca il tuo nome o quello del tuo brand.
Nel momento stesso in cui inizi a digitare le prime lettere, l’algoritmo di Google inizierà a filtrare i risultati.
Tra i miliardi di pagine web che utilizzano le parole da te indicate o una frase correlata, visualizzerai quelle più pertinenti.
È lì che agisce l’algoritmo di ricerca di Google.
I fattori presi in considerazione sono più di 200 e, mentre la maggior parte sono tenuti segreti, alcuni sono stati rivelati.
Uno di questi e sicuramente il più famoso è il PageRank.
Dal nome di uno dei fondatori di Google, Larry Page, nasce uno degli indicatori sui quali si basa l’algoritmo originario e che è ancora parte dei sistemi odierni.
La premessa è semplice: il valore di una pagina web dipende dai contenuti online che si collegano a essa.
Come si legge sul sito ufficiale di Google, i fattori principali che oggi determinano quali risultati appaiono per la tua query sono:
- Analisi delle parole;
- Corrispondenza con la ricerca;
- Ranking di pagine utili;
- Restituzione dei migliori risultati;
- Considerazione del contesto (posizione, cronologia delle ricerche precedenti, impostazioni di ricerca).
L’ultimo algoritmo di Google
L’ultimo importante aggiornamento all’algoritmo di Google è stato rilasciato a maggio 2021.
La più grande novità riguarda l’esperienza dell’utente, che ha un ruolo centrale nell’indicizzazione del sito web.
Avere una pagina web ottimizzata ed efficiente dal punto di vista dell’utente influisce sulla tua reputazione aziendale.
Tutte le attività che hanno un sito web, infatti, guadagnano in maniera diretta e indiretta, dalla loro presenza online.
Il nuovo algoritmo include un fattore chiamato Page Experience.
L’aggiornamento introduce i Core Web Vitals, che permettono di effettuare delle valutazioni analizzando tre metriche:
- LCP (Largest Contentful Paint): influisce sulla velocità di caricamento della pagina;
- FID (First Input Delay): riguarda il tempo che intercorre tra il primo clic sulla pagina e il momento in cui il browser inizia a elaborare l’interazione;
- CLS (Cumulative Layout Shift): agisce sulla stabilità visiva e impedisce i cambi di layout che si possono verificare durante il caricamento della pagina.
Il nuovo algoritmo, quindi, si dirige soprattutto agli utenti, agendo sul miglioramento della loro esperienza all’interno di una pagina web.
Come funziona l’algoritmo di Google?
L’algoritmo cambia molte volte l’anno e, di conseguenza, è come cambiare ogni volta le regole del gioco.
Devi prestare molta attenzione alle varie modifiche, perché queste influiscono in maniera diretta sulla tua reputazione digitale.
Un conto è posizionare un link positivo in prima pagina; tutt’altra cosa è posizionarvi un link negativo.
L’ordine dei risultati sulle pagine di ricerca Google viene stabilito tenendo in considerazione diversi parametri.
Conoscerli ti è utile sia per migliorare la tua presenza in rete, ma anche nel caso vorrai sparire dal web o eliminare un URL da Google.
Per capire come funziona l’algoritmo di Google, si possono individuare tre fasi:
- Crawling: l’algoritmo, partendo da una pagina web qualsiasi, inizia a seguire i link presenti su quella pagina raggiungendo altre pagine; lì, a sua volta, troverà ulteriori link e li seguirà. In questo modo procede alla scansione di tutto il web.
Nel linguaggio SEO, ciò implica che, per essere indicizzata, la tua pagina web dovrà avere almeno un link in ingresso.
- Indexing: in questa fase l’algoritmo effettua il processo di indicizzazione.
Si crea un indice delle pagine web scansionate e, per ogni parola, viene elaborato un elenco di tutti i documenti che contengono quella parola.
Il processo di deindicizzazione, segue un iter simile ma inverso a quello descritto.
- Ranking: i vari risultati vengono ordinati nelle SERP (Search Engine Results Page).
Dalla posizione occupata in SERP, dipendono i volumi di traffico sul sito web.
Evoluzione dell’algoritmo di Google
L’evoluzione dell’algoritmo di Google viene reso pubblico dallo stesso colosso di Mountain View.
Dal 2002, infatti,Google comunica agli utenti le principali modifiche al suo algoritmo, dopo che i primi aggiornamenti hanno causato gravi penalizzazioni ai webmaster.
In realtà, gli aggiornamenti avvengono ogni giorno; tuttavia l’azienda annuncia solo quelli che influenzano notevolmente il ranking delle ricerche.
Solo nel 2020, le modifiche all’algoritmo di Google sono state 4887.
Di seguito vedremo alcune delle modifiche più importanti.
Algoritmo di Google dicembre 2020
Uno degli ultimi aggiornamenti sostanziali risale al 3 dicembre 2020.
In questa data Google ha apportato modifiche all’algoritmo di base, con l’obiettivo di migliorare i risultati di ricerca.
Si tratta del terzo maggior update del 2020 e del terzo aggiornamento più pesante di sempre riguardo le SERP.
Tra le pagine più colpite da questo cambiamento dell’algoritmo Google, ci sono le cosiddette YMYL.
Si tratta di pagine che includono:
- Contenuti di tipo medico (salute e nutrizione);
- Argomenti di natura legale (consulenze o informazioni varie);
- Temi finanziari (consigli su investimenti, tasse, ecc.);
- Pagine di shopping o transazioni finanziarie.
Siccome trattano argomenti in grado di influenzare salute, benessere e stabilità finanziaria degli utenti, Google richiede loro un alto livello di competenza e autorevolezza.
Questo sposta tutta l’attenzione sulla qualità dei contenuti e su come i contenuti che appaiono sulla SERP si allineano con la query di ricerca.
Il Core Update di dicembre 2020 ha richiamato all’ordine i proprietari di siti web.
Da quel momento in poi vengono avvantaggiati quei siti che hanno un’efficace strategia di content marketing e che incorporano la SEO nel loro piano di marketing digitale.
Elenco algoritmi di Google
Di seguito ti propongo un elenco di algoritmi precedenti a quello di dicembre 2020.
Si tratta dei più significativi rilasciati da Google e tutti sono parte dell’algoritmo attuale.
- Panda (2011): migliora l’esperienza dell’utente agendo sulla qualità dei risultati offerti dal motore di ricerca.
L’algoritmo posiziona le pagine assegnando ad ognuna un punteggio di qualità.
Questo aggiornamento nasce per rimuovere dalle SERP i contenuti di scarsa qualità creati per guadagnare tramite annunci pubblicitari.
- Penguin (2012): ha lo scopo di individuare e penalizzare i siti che ricorrono a strategie di link building in maniera forzata.
L’aggiornamento ha posto fine a strategie quali l’acquisto di link da PBN (private blog network) di scarsa qualità e altre tecniche SEO black hat.
- Hummingbird (2013): pone l’attenzione sulla semantica SEO e agisce sul significato di keyword e keyphrase.
Il potenziamento della sfera semantica ha permesso di avere una maggiore comprensione delle ricerche degli utenti.
Hummingbird è il cuore dell’attuale algoritmo di Google e influenza oltre il 90% dei risultati di posizionamento.
- Pigeon (2014): agisce sulla ricerca locale e, di conseguenza, dà importanza alla SEO local.
L’algoritmo permette di ottenere risultati geolocalizzati anche senza specificare la località nella query.
Pigeon è uno dei più grandi cambiamenti mai apportati all’algoritmo di ricerca.
- Mobilegeddon (2015): è detto anche Mobile Friendly e nasce in seguito all’enorme diffusione della navigazione tramite smartphone.
Valuta in maniera positiva la navigabilità mobile e soprattutto la velocità di caricamento e l’usabilità delle pagine da dispositivo mobile.
- BERT (2019): con questo algoritmo Google ha creato una tecnica basata sulla rete neurale per l’elaborazione del linguaggio naturale.
Attraverso questo aggiornamento, l’algoritmo comprende il contesto e l’intento di una query.
Quali sono gli aggiornamenti all’algoritmo di Google nel 2021?
Come abbiamo già evidenziato, gli aggiornamenti all’algoritmo di Google sono migliaia ogni anno.
Oltre a quelloche ha scosso il web a metà anno, ce ne sono stati altri significativi.
Agli inizi di giugno c’è stato il June 2021 Core Update.
Si è trattato di un aggiornamento all’algoritmo principale suddiviso in due parti e che non ha avuto particolari ripercussioni sul ranking.
Le oscillazioni sui risultati di ricerca sono state variabili a seconda del Paese.
Pare che l’impatto maggiore si sia rilevato soprattutto rispetto alle prime cinque posizioni di ricerca e abbia riguardato in particolar modo i siti di vendita al dettaglio e viaggi.
A distanza di poche settimane è stato lanciato anche un algoritmo anti-spam.
Questo colpisce i siti che, ignorando il GDPR e le norme sul Diritto all’Oblio, pubblicano contenuti dannosi per la reputazione delle persone.
Tale update è stato prodotto da Google per limitare e penalizzare i casi di diffamazione online.
Quale algoritmo di Google si basa sulla semantica e il Knowledge Graph?
RankBrain è l’algoritmo di Google che combina semantica e Knowledge Graph.
Rilasciato nel 2015, utilizza le tecnologie del Knowledge Graph esistenti già dal 2012 e a sua volta potenziate con Hummingbird.
RankBrain sfrutta l’intelligenza artificiale per trasformare il linguaggio in sequenze comprensibili da un computer.
Semplificando il processo, quando RankBrain si trova di fronte a parole o frasi con le quali non ha familiarità, le sostituisce con parole o frasi dal significato simile.
Così facendo, modificherà i risultati nelle SERP.
Un’ampia scelta semantica corrisponde, per Google, a una moltitudine di possibili elementi di collegamento.
Il Knowledge Graph, infatti, ha lo stesso scopo di una banca dati.
La combinazione di questi due fattori, consente di potenziare l’esperienza dell’utente, che otterrà dei risultati accurati anche se la sua query non lo è stata.
In che modo gli algoritmi dei motori di ricerca ci influenzano?
Gli algoritmi dei motori di ricerca influenzano il modo in cui ci approcciamo alle informazioni.
Ti basta pensare che il 75% degli utenti non va oltre i risultati che si trovano nella prima pagina di ricerca.
Solo il 17,6% arriva in seconda pagina.
Questo significa che il nostro rapporto con le informazioni viene fortemente condizionato dal posizionamento che i siti hanno nelle pagine di Google.
Per quanto interessante e meticolosa la ricerca, è difficile andare oltre la quinta pagina.
Di conseguenza, conoscere tutte le strategie SEO ti consente di apparire nelle prime pagine di ricerca ed evitare le penalizzazioni inflitte dall’algoritmo di Google.
Conclusioni
In questo testo ho cercato di spiegarti tutto quello che c’è da sapere sugli algoritmi di Google.
Ecco, in sintesi, le conclusioni che puoi trarre:
- L’algoritmo di Google è un sistema complesso utilizzato per determinare la posizione di un sito web in risposta ad una query;
- Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo, utilizzato dal 91.38% di utenti;
- I fattori presi in considerazione dagli algoritmi sono più di 200;
- Il nuovo algoritmo, rilasciato a maggio 2021, include un fattore chiamato Page Experience;
- L’algoritmo di Google funziona utilizzando tre parametri principali: crawling, indexing e ranking;
- Gli algoritmi dei motori di ricerca influenzano il modo in cui ci approcciamo alle informazioni.
Per comprendere al meglio il funzionamento delle ricerche Google, dovresti affidarti a un esperto.
Andrea Baggio, che da anni lavora nella gestione della reputazione online, conosce perfettamente tutte le strategie SEO per costruire un’immagine forte del tuo brand.