Licenziamento per colpa del web

Licenziamento nell’era del web e dei social network

Al giorno d’oggi, grazie alla massiccia diffusione di dispositivi interconnessi ed alla facilità con cui si può essere presenti online, è diventato ormai normale investire diverse ore della nostra routine giornaliera navigando sul web o visitando ed interagendo con diversi social network. Tutto questo, però, se fatto per scopi privati, è vietato durante l’orario lavorativo o con il supporto di mezzi aziendali. Pur rispettando questi divieti, bisogna comunque prestare attenzione a ciò che si scrive, o si carica sui propri profili social, i casi raccontati dalle cronache sono svariati e vanno dagli insulti al proprio datore di lavoro espressi online, alle foto compromettenti, passando per le espressioni diffamatorie nei confronti della propria azienda. Ognuno di questi è sanzionato con provvedimenti che vanno dal richiamo verbale del dipendente al licenziamento per giusta causa. Oltre ai casi già citati, sta nascendo in questi anni una nuova casistica che può essere considerata una vera e propria arma, la diffamazione online di un dipendente come mezzo per causarne il licenziamento. Quest’ultima è decisamente meno diffusa delle precedenti tipologie di problematica proprio a causa della sua natura: la risonanza delle accuse diffamatorie, infatti, portano svantaggi effettivi solo a dipendenti o posizioni lavorative di rilievo che comprendono una buona esposizione ai media e all’attenzione del pubblico.

 

Licenziamento causa social: quando è legittimo

Queste informazioni, però, non ti devono spaventare, un utilizzo cosciente dei social non porterà per forza ad un tuo licenziamento! I social network rappresentano una parte della tua sfera privata e, come tale, dovrebbero essere usati solo in orario extra lavorativo.

Ecco alcune delle diverse cause di sanzioni, tra le quali il licenziamento, per uso dei social:

  • durante l’orario lavorativo

usare i social mentre si lavora diminuisce la qualità del lavoro eseguito, rendendo valide sanzioni varie, tra le quali il licenziamento

  • insulti verso l’azienda o il proprio capo

insultare o diffamare la propria azienda mette in dubbio l’impegno con la quale svolgete il vostro lavoro, ergo lo svolgerete ancora per poco se non prestate attenzione

  • “postare” foto compromettenti

come ad esempio, pubblicare foto della vacanza che state facendo mentre invece dovreste essere a casa in mutua è un ottimo motivo per licenziarvi

  • con mezzi forniti dall’azienda

portatili, telefonini o dispositivi d’altro tipo vengono spesso forniti dalle aziende ma è necessario tenere a mente che non sono vostri. Devono essere usati, infatti, solo per scopi lavorativi.

Queste sono indicazioni generali, è il caso di dire che le sanzioni e possibili successive sentenze possono variare di volta in volta in base ai particolari del caso in questione.

 

Licenziamento per danno d’immagine sul web

In una società che ha una così alta considerazione dell’immagine di un prodotto o di un’azienda, ed è spesso influenzata da ciò che fa molto clamore, non è difficile trovare casi in cui un danno d’immagine causato da un dipendente venga sanzionato. Per questo motivo spesso le aziende pongono sempre più attenzione ai seguenti aspetti:

  • Profili social

verranno visionati tutti i profili del dipendente presenti sui vari social network controllando che non possano danneggiare l’immagine aziendale

  • Opinioni personali

opinioni riguardo l’azienda, espresse online dal dipendente

  • Clienti

le opinioni dei clienti espresse online riguardo l’azienda e gli impiegati verranno valutate. Se il dipendente sta causando un danno di immagine potrebbe subire sanzioni.

Inoltre, in questo periodo, chiunque abbia una connessione può “scrivere al mondo” e non è raro che capitino casi di diffamazione. Il problema sorge quando la diffamazione ha una portata talmente grande da danneggiare non solo il privato cittadino ma il dipendente e, quindi, l’immagine aziendale. In questi casi capita sovente che avvengano licenziamenti con preavviso o mancati rinnovi di contratto in caso di lavoratori precari. Non dipendendo dal lavoratore, questo tipo di interazione è la più preoccupante e quella verso cui si è meno tutelati. Gli ultimi casi di questo tipo si sono verificati coinvolgendo influencer che hanno visto vanifica

Torna in alto

Contatta Andrea Baggio